3 Empatia 2009/2010 dopo la prima sperimentazione
EMPATIA
Dopo la prima sperimentazione – giugno 2010
Punti di forza emersi
- La disomogeneità del gruppo come possibilità di interagire con chi ha prerogative diverse
- La scelta quasi generalizzata di una metodologia di lavoro che mette in relazione i ragazzi (quasi sempre lavoro di gruppo)
- Il fatto che al gruppo viene spesso affidato il compito di fare propri i problemi di alcuni singoli componenti e di risolverli insieme (“prendersi cura di…”)
- In alcuni casi emerge quanto una metodologia che mette in relazione i ragazzi possa portare a risultati disciplinari migliori per tutto il gruppo classe
- In altri casi emerge che il fatto di esplicitare l’obiettivo relazionale aiuta i ragazzi a focalizzare le loro azioni
- La ripetizione dell’esperienza dopo una revisione di alcuni aspetti critici porta a risultati migliori
- Coinvolgimento e partecipazione dei ragazzi con più difficoltà di espressione, di quelli meno motivati e con difficoltà linguistiche o di apprendimento
- I ragazzi si dimostrano competenti a mediare e a gestire piccoli conflitti
Elementi critici emersi:
– Obiettivi scelti spesso molto generici e ampi
– La difficoltà di “partire”dei ragazzi, legata alla metodologia poco abituale (la sperimentazione andrebbe ripetuta più frequentemente)
– L’osservazione dell’attività svolta si limita a volte alla valutazione del raggiungimento dell’obiettivo disciplinare (forse necessità di criteri più circoscritti per l’osservazione durante lo svolgimento dell’attività?)
– Discrepanza fra obiettivi proposti e tempo impiegato nelle azioni educative -didattiche (obiettivi troppo ampi o generici e tempi ristretti per attuarli)
– Non era sempre chiaro in che relazione stava l’attività proposta con l’obiettivo scelto
Suggerimenti per un rilancio dell’attività:
- Delimitare l’obiettivo: quale aspetto dell’empatia si cerca di trattare/allenare
- Adeguare l’obiettivo al tempo previsto per l’attività (o viceversa)
- Esplicitare l’obbiettivo rispetto all’empatia anche con i ragazzi
- Chiedere ai ragazzi una valutazione finale sul raggiungimento dell’obiettivo rispetto all’empatia
- Ripetere l’azione migliorando le proprie strategie: osservare criticamente l’andamento, riflettere sui punti deboli e su possibili miglioramenti, riprovare con modifiche, osservare criticamente l’andamento…
- Sviluppare (rifornirsi di) una griglia per aiutarsi nel ruolo di osservatore (per esempio: Disposizione dei membri del gruppo/coppia, partecipazione dei componenti, quali interazioni, come ascoltano, come parlano? clima nei gruppi … una griglia insomma che non osserva solo le interazioni linguistiche ma anche quelle non verbali)
- Favorire la conoscenza/scambi relazionali tra gli alunni aiuta ad allenarsi per l’empatia?
- Sarebbe interessante raccogliere una documentazione degli elaborati dei ragazzi, là dove esistono, (scritti, foto, disegni, ecc.) o anche brevi commenti e riflessioni in itinere significative.
Anelia Cassai